
Cosa anima gli orologiai? Cosa li ha spinti, per secoli, a perfezionare meccanismi minuscoli apportando modifiche via via più complesse da concepire e realizzare? Senza dubbio la ricerca della precisione assoluta, il desiderio di raggiungere, con le loro creazioni, una costanza del moto equiparabile a quella stabilita dalle leggi celesti. Molti orologi racchiudono ingranaggi, leve e rinvii il cui unico scopo è quello di sconfiggere attrito e gravità: il tourbillon, la trasmissione a catena, lo scappamento coassiale… eppure, esiste una complicazione il cui scopo è quello di modificare, giorno per giorno, la velocità di avanzamento delle lancette: l’equazione del tempo.
Per chi non fosse familiare con l’astronomia, questa introduzione potrebbe sembrare assurda: per quale motivo un orologio dovrebbe scandire diversamente i giorni? La spiegazione, ovviamente, c’è; ed è particolarmente affascinante poiché dimostra ancora una volta come la caparbietà e l’ingegno degli orologiai possano racchiudere in pochi millimetri una fedele riproduzione del nostro universo!

Tempo siderale e tempo solare
Non è nostro compito – né tantomento nostro desiderio – tediarvi con nozioni di fisica e astronomia esageratamente complesse; tuttavia, per spiegare le ragioni dietro l’equazione del tempo, è necessaria una breve digressione tecnica. È fondamentale distinguere tra tempo siderale e tempo solare. Il primo è calcolato in relazione alle stelle, ed è in base ad esso che la durata del giorno è stabilita in 24 ore (o, a voler essere più precisi, 23 ore, 56 minuti e 4,0905 secondi): tale è il tempo impiegato dalla Terra per compiere una rotazione completa, e dunque per osservare le stelle nella medesima posizione del giorno precedente. Il tempo solare, invece, fa riferimento ad una stella specifica – il Sole – ed è influenzato dall’orbita irregolare del pianeta. Semplificando molto, a seconda del periodo dell’anno il Sole si muoverà più o meno velocemente nel cielo. Bisogna tenere a mente che ciò non dipende dalla stagione, e dunque dall’altezza dell’astro sull’orizzonte, ma solamente dal tempo che esso impiega per coprire un determinato arco di gradi nel cielo.

Dalla meridiana all’orologio
Il modo più semplice per accorgersi di tale discrepanza è confrontare il tempo segnato dal proprio orologio con quello indicato su una meridiana: la discrepanza tra i due varierà dai +16’ 25” del 31 ottobre ai -14’ 15” dell’11 febbraio. Come mostrato dallo schema, giorno solare e giorno siderale combaciano in quattro occasioni ogni anno: a metà aprile, metà giugno, fine agosto e nella seconda metà di dicembre. Si nota facilmente che la curva dell’equazione del tempo non ha un andamento regolare, come accade invece per la durata del giorno in relazione alle stagioni.

Orologi da torre e da polso
Per quanto l’andamento esatto dell’equazione del tempo sia noto, sviluppare una complicazione in grado di visualizzarlo efficacemente è tutt’altra cosa. Tecnicamente, essa viene realizzata mediante una ruota dalla forma irregolare che, con la sua rotazione, controlla l’avanzamento o l’arretramento di una sfera dei minuti. Generalmente, l’indicazione è riportata su un contatore secondario, ma in alcuni casi – di estrema complessità realizzativa – la sfera dell’equazione del tempo è montata al centro e ruota insieme a quelle di ore e minuti, variando la propria velocità proprio come farebbe il sole nel cielo. In questo caso, si parla di equazione del tempo marciante.

L’ostacolo maggiore risiede nel fatto che la discrepanza tra tempo siderale e solare varia quotidianamente, secondo un ciclo che si ripete con cadenza annuale: vale a dire che la ruota dell’equazione del tempo compirà una rotazione completa ogni 365 giri della lancetta delle ore. I primi esemplari di orologi con tale complicazione furono quindi grandi orologi da torre, come quello del Foro Carolino in piazza Dante a Napoli, datato 1853; solo successivamente si tentò di miniaturizzare i meccanismi, producendo dapprima orologi da tasca e, infine, orologi da polso. Il primo di questo tipo fu il Longines, che non integrava una complicazione ma si limitava a riportare l’andamento dell’equazione sulla lunetta, suddivisa in dodici mesi. L’orologio, seppur non particolarmente interessante dal punto di vista meccanico, rende visivamente intuitiva la corrispondenza tra equazione del tempo e orbita ellittica terrestre.

Breguet, per la prima volta al polso
Il primo calibro in grado di visualizzare meccanicamente l’equazione del tempo fu il 502QPET di Breguet, datato 1991 e incassato nella referenza 3477. Non si trattava ancora di un’equazione marciante, ma l’equilibrio del quadrante, che mostra anche un calendario perpetuo e la riserva di marcia, lo rendono uno dei più bei segnatempo nella storia della celebrata Maison francese: il suo fascino gli ha consentito di rimanere a catalogo per oltre vent’anni.


Audemars Piguet, in un luogo specifico
Un altra notevole variazione sul tema è quella proposta da Audemars Piguet con il calibro 2120/2808, incassato nel Jules Audemars e nel Royal Oak, che per la prima volta mostrava l’equazione del tempo e gli orari di alba e tramonto, oltre a riportare l’orario medio della culminazione (il mezzogiorno solare) nella città scelta dal possessore. Questi segnatempo, di assoluta rarità, sono resi estremamente affascinanti dalla connessione instaurata tra l’orologio e chi lo indossa; poter leggere su un orologio meccanico informazioni specifiche relative alla città di residenza è sicuramente impagabile.

Audemars Piguet Royal Oak. Credits Phillips.

Audemars Piguet Jules Audemars. The Watch Boutique.
Vacheron Constantin Celestia, il più complicato
Il più fulgido esempio di arte orologiera votato all’indicazione del tempo solare, tuttavia, è probabilmente il Vacheron Constantin Les Cabinotiers Celestia. Svelato al SIHH del 2017, l’orologio è tuttora il segnatempo più complesso mai prodotto da Vacheron; integra 23 complicazioni astronomiche, che danno l’impressione di poter portare l’intero universo sul proprio polso, e mostra nel modo più complesso ed affascinante possibile l’equazione del tempo: con una sfera marciante in oro rosa, elegantemente decorata da un sole all’estremità.

Poche complicazioni riescono ad esprimere in modo così poetico la connessione tra orologeria ed astronomia, e miniaturizzano le leggi celesti a tal punto da poterle comodamente osservare al proprio polso. Se poi consideriamo la difficoltà tecnica insita nell’equazione del tempo, ecco che questi segnatempo diventano dei veri e propri capolavori, ed è facile capire perché questa complicazione così rara da vedere sia una delle nostre preferite.
In passato abbiamo avuto il piacere di offrire alcuni segnatempo con equazione del tempo (ne abbiamo uno in stock proprio ora) e siamo certi che altri arriveranno in futuro: se volete aggiungerne uno alla collezione, saremo onorati di far diventare realtà il vostro sogno! Non esitate a contattare i nostri specialisti per chiedere informazioni o per sottoporre loro i vostri desideri!
scritto da Alvise Mori